domenica, ottobre 04, 2009

bastrdi senza gloria - inglorious bastards



posto che io non potrei mai recensire un film del Maestro (tarantino) in maniera obbiettiva, proverò lo stesso a cimentarmi in questa dura impresa.

ho voluto vederlo subito, avevo già aspettato troppo, ma allo stesso tempo non volli scaricarlo in lingua originale, per potermelo godere con tutto il fascino di una sala cinematografica attorno, come è giusto che sia per un film di tarantino.

sono entrato nel cinema di corsa, senza sapere nemmeno la trama. non la ho voluta sapere! volevo gustarmelo dal primo all’ultimo minuto e così è stato. ho avuto quasi una paresi alla bocca a furia di tenerla aperta per ben due ore e mezza, ma dopotutto era la migliore espressione di ammirazione che potessi scaturire in quel momento. bellissimo, avvincente e passionale in tutte le sue parti. tarantino è tornato alla grande, anche se per me non se n’è mai andato. mi piacque assai anche grindhouse, che molti negli states, invece, urlarono al fiasco. ecco, qui abbiamo il tarantino più classico assieme a quello che si è evoluto, che si è raffinato. già l’idea di riscrivere la storia del nazismo la trovo geniale, un’idea non frustrata da come invece sono andati realmente i fatti storici, un’idea che si sposa a meraviglia con la settima arte.

un battaglione di “gloriosi” bastardi senza troppi ritegni morali (cosa che invece solitamente sta cara agli americani), mette in atto un attentato a hitler e a tutte le alte sfere del terzo reich. un attentato mai verificatosi nel corso della storia, ma non per questo non è efficace cinematograficamente. qui tarantino lascia che il cinema sia cinema in un cinema, ovvero la storia fa il suo decorso che più starebbe a cuore allo spettatore in un cinema, il luogo dell’attentato. a differnza di altri film con una parvenza di realtà storica, ad esempio operazione valchiria, il film si conclude come ogni bambino sognerebbe, che il piano vada a buon fine. e così tarantino riesce a coadiuvare alla perfezione sia il corso della nostra fantasia, che una sfrenata passione per il cinema, riversata fino all’ultimo goccio anche in questa pellicola.

brad pitt fa morire nella parte del comandante del battaglione, dopo burn after reading, si riconferma un attore, forse non più tanto bello e nel fiore dell’età, ma sicuramente con un talento. strepitoso cristoph waltz, nel ruolo del colonnello delle esse-esse più stronzo, affabile e quasi simpatico che mai. ma anche eli roth, “orso ebreo”, riesce a tenere ottimamente spalla a brad pitt.

ritorno di fiamma per tarantino, che se non te lo dicessero, non ti accorgeresti nemmeno di essere stato seduto su quella poltrona di quel cinema per due ore e mezza. andate a vederlo e a rivederlo se necessario, ma sicuramente non perdetevelo.

whatever works - basta che funzioni



è tornato allla grande pure lui, il solo e unico woody allen.

è un'amabilissima commedia ambientata nella tanto cara (ad allen) new york. è la storia di questo quasi premio nobel per la fisica, boris yellnikoff e delle persone che ruotano attorno a lui. dapprima raccatta questa ragazza, quasi vagabonda e molto ignorante e se la porta in casa, nonostante le sue primarie fobie o paure degli estranei. implicitamente le passa quella che per lui è cultura e conoscenza e dopo un po' di tempo, accetta la proposta della ragazza, di sposarlo. da qui in poi entreranno in gioco le altre due figure fondamentali della pellicola: la madre e il padre della ragazza. divorziati, chè il padre è scappato con la migliore amica della madre, suddisti, religiosi e bigotti. entrambi, in brevissimo tempo, diventeranno due persone totalmente diverse; come se a frequentare new york e le compagnie giuste, qualcosa possa scattare e aprirgli gli occhi.

una commedia positivista in tutto e per tutto con un finale altrettanto felice ed apprezzabile. gli scambi di battute molte volte sono fulminanti come solo woody allen riesce a concepire (vi ricordate i suoi monologhi sull'esistenza di dio?). il cast è composto da attori semi-sconosciuti al grande pubblico, ma non per questo sono meno validi delle star.

mi è piaciuto moltissimo l'irrompere del protagonista sul pubblico, ovvero il così detto sfondamento della quarta parete, in teatro molto usato da bertold brecht. il monologo iniziale e quello finale di boris, sono due autentici pezzi di commedia alla allen, dove si naviga per universi paralleli e perpendicolari facendo quasi fatica a capire il senso generale del discorso. ma è il loro bello!

ultimo consiglio: se vi capite, andate a vedere il film in lingua originale (sottotitolato ovviamente), ne vale sicuramente la pena.

Ricordi I