mercoledì, settembre 15, 2010

boris 3




oserei definire questa terza stagione di boris a tratti pirandelliana, chè magari non capisci subito il senso ma arrivati a tirare le somme fa parte di un più ampio disegno, che almeno io ho interpetato. che sia l’unico coglione?

il messaggio che ci arriva dalle ultime due puntate è chiaro: un’altra televisione in italia è impossibile. tutto farà sempre cagare e starà sempre nelle maglie di una certa rete tessuta meticolosamente per poter imbonire al meglio il paese. per dirla in altre parole: la qualità non paga. e forse il senso più generale di questa terza serie di boris era proprio questo, ecco perchè a tratti a molta gente (me compreso) ha fatto storcere il naso: non si rideva più come nelle due scorse stagioni e le battute erano più difficili da cogliere, molte volte erano addirittura assenti; sembrava una stagione meno tagliente. invece credo che la trovata sia stata proprio questa: si parlava di una nuova serie (medical dimension) che puntava tutto sulla qualità, a fare le cose come gli americani, si diceva che in italia un’altra televisione fosse possibile (un’utopia) e tutti ci credevano. il messaggio è quindi questo: se si punta sulla qualità, nulla fa più ridere, quegli ingranaggi rodati de alla cazzo di cane si vanno a sfaldare.

credo fosse questo il percorso mentale e televisivo che i tre autori di boris volessero farci fare. un percorso di cui te ne accorgi, però, solo all’ultima puntata, quando anche renè capisce, gli scatta quel click, si ribella e ti dice chiaramente che le cose così come sono andate per dodici puntate non erano possibili.

difatti chiusura di stagione per boris davvero entusiasmante! con il fattore del torniamo a fare le cose a cazzo di cane, si è davvero riso. e non poco. se ci fate a caso, non a caso, nell’ultima puntata c’è il ritorno di tutta una serie di vecchie conoscenze: dalla mitica cagna di corinna, a cristina, alla gusberti, a glauco il direttore della fotografia. ottima la trovata del nuovo svecchiato o del vecchio snuovato: servire sempre lo stesso piatto ma con qualche accorgimento nuovo (la locura, la rambata, la frociaggine). il fatto che la televisione voglia qualcosa di nuovo, ma non sappia cosa, senza staccarsi troppo dal vecchio, è data da un fulgido esempio: tutti pazzi per amore. che effettivamente di per sè, come fiction della tivù generalista, non è male. ma se la andiamo ad analizzare bene, le dinamiche sono quelle già viste in capri, elisa di rivombrosa e altra merda simile. boris ha preso la palla al balzo e ha dato l’incipit a una parodia spassosissima della sopvraccitata fiction rai (questo per l’appunto l’elemento di locura): con stanis e le altre due donne che cantano e ballano dammi tre parole: occhi del cuore…

credo non vi sarà una quarta stagione, come già annunciato ufficialmente dagli autori e come lo hanno fatto anche capire nell’ultima: ricordate lo sceneggiatore pentito che dice? secondo lui per ogni serie è inutile spingersi più in là della terza stagione.

si attendono quindi grandi cose per il film… oppure lo sfacielo totale!

colgo l’occasione per dare un più a davide marengo per la sua regia: molto ggggiovane e in linea con la serie. ah, stupendo e sensazionale il cameo dell’immenso paolo sorrentino. e del suo relazionarsi con jonas…

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