domenica, luglio 19, 2009

generazione mille euro



accidenti, niente male il nuovo film di massimo venier. mi fido te, quello precedente con ale e franz, non è che mi avesse fatto impazzire. tutta roba già più o meno vista. generazione mille euro invece è qualcosa di nuovo, non troppo, ma abbastanza.

matteo moretti è un giovane trentenne e matematico piuttosto brillante che percepisce 1000€ al mese da un’azienda che gli fa cagare ed è sempre sull’orlo del precariato. inoltre tiene delle supplenze presso l’università per soddisfare le esigenze del suo vecchio prof. insomma, come la maggior parte dei giovani che abitano oggi questo paese. divide la casa con un amico proiezionista, ma l’affitto tra le varie cose è troppo caro. si insedia così una bella ragazza in modo da poterli supportare nel dividere il costo dell’affitto. ovviamente il nostro protagonista si innamora di lei una volta che è stato scaricato dalla sua ex. ma non è la sola, difatto pure il suo capo, interpretato dalla bella carolina crescentini, imbastisce una storia con lui. due storie da portare avanti su due binari completamente diversi ma allo stesso tempo paralleli. matteo avrà la possibilità di riscattare il proprio lavoro partendo per barcellona con il suo “capo”, ma alla fine sceglierà di restare con gli amici, il suo vero amore (l’altra) e senza lavoro. in poche parole il più classico degli idealisti-altruisti, quelli che nella realtà non si incotrano mai.

interpreti bravi: alessandro tiberi si conferma una nuova stella nascente del cinema italiano. è bravo! ma anche il resto del cast non è da meno, come la figura classica dell’amico interpretato da francesco mandelli, il popolare vigei di emmtivì. la location, come tutti i film di venier, è milano e che effettivamente si sposa bene con il tema principale della finanza spietata. dopodichè è il film è pur sempre un film, tutto è abbastnza ovattato, diciamo che tirando le somme è il tema dell’amiciza e dell’amore che prevale più che quello del precariato, ma va benissimo così. è pur sempre un bel film. ho anche capito che lo stile di massimo venier è quello che forse mi appartiene di più, soprattutto per ciò che concerne l’uso dell’immagine: a metà tra uno stile “classico” e quindi statico e uno decisamente più moderno, quindi che veloci movimenti di macchina e montaggio piuttosto serrato. ho speso volentieri i soldi del biglietto!

piesse: qualcuno di voi sa come mai nei titoli di coda c’è un ringraziamento al mitico libero “picchio” de rienzo?

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